La storia del Lotto
La parola “lotto” deriva dal francese “lot” che vuol dire sia “sorte” che “porzione”. Il verbo francese “lotir” infatti, significa proprio “dividere la sorte”. Alcuni ritengono che il termine sia arrivato in Francia dalla Germania, dato che nelle lingue nordiche è presente il fonema “hlot”.
Sul lotto in Italia non abbiamo notizie certe. Tuttavia nel corso dei secoli si sono succeduti in varie zone d’Italia molti giochi che è possibile considerare come i suoi progenitori. A Milano, intorno al 1448 esistevano le “borse di ventura”, prima forma dell’odierno lotto.
La mania delle scommesse imperversava e a Genova uno Statuto del 1588 le vietava del tutto. Le prime notizie di una forma evoluta del lotto però risalgono al 1620 quando, proprio a Genova, il lotto trova una sua precisa regolamentazione.
L’origine del lotto genovese è da rintracciare nelle scommesse che i cittadini facevano sull’elezione dei senatori della città . Negli altri stati italiani invece il gico del lotto era del tutto proibito. Nel 1728, per motivi di ordine morale, Papa Benedetto XIII minacciò persino la scomunica per chi vi partecipasse ma il suo successore, Clemente XII invece decise la destinazione dei proventi del gioco del lotto alle opere pie. A Venezia invece il gioco del lotto compare per la prima volta nel 1734, patrocinato dal governo della Serenissima.
Anche nel resto d’Italia poi, dati gli enormi introiti che tale attività apportava agli Stati, il gioco del lotto fu gradualmente ammesso ma sempre sotto l’egida dei Monopoli statali. Nel 1863 il lotto è ormai presente il tutta la Penisola e per la prima volta si gioca su sei differenti ruote che diverranno otto quando Roma diventerà capitale nel 1870. Le estrazioni, da annuali che erano in origine, divennero settimanali nel 1870. Al giorno d’oggi invece le estrazioni si svolgono 3 volte a settimana con l’aggiunta di tantissimi nuovi giochi di successo e con in palio vincite di milioni di euro come nel superenalotto.